“Le aziende agricole che fanno vendita diretta aumentano il loro fatturato del 20%”. Michele Uva, responsabile di Rete GAS Puglia, non parla solo di un progetto culturale e ambientale quando descrive i mercatini locali a chilometro zero della Puglia. Uva - in un intervento pubblico all'Ecofestival della Puglia - puntualizza l'aspetto economico del progetto Km 0, che potrebbe essere diffuso si nella Regione Puglia gli enti locali abbracciassero in maniera decisa questa politica: “È un vantaggio per i produttori, che vedono un aumento delle vendite e dell'incasso, perché nella grande distribuzione su un euro di spesa solo 17 centesimi in media vanno al produttore. E poi ci guadagna anche il consumatore: gli ingredienti di un pasto medio giornaliero percorrono 1.900 chilometri e la logistica incide del 35% sul costo medio di un prodotto”. Il risparmio di entrambe le parti giustifica quindi il proliferare di mercati a chilometro zero: 4.122 i punti vendita in Italia . E ancora, 400 punti vendita aziendali di cui il 50% vende vino e olio e l'altra metà salumi, ortofrutta e miele. “Sono aziende che ci mettono la faccia, ma che devono rispondere a requisiti ben precisi, per questo sono sottoposte a continui controlli da parte di appositi enti di vigilanza”, puntualizza Uva.
“Questi punti vendita sono la risposta all'esasperazione del mercato . Ad ogni stagione noi possiamo mangiare qualsiasi tipo di frutta o verdura coltivata in ogni parte del mondo. È il cosiddetto contro stagione che rappresenta un danno per l'agricoltura appunto di stagione, definendone il prezzo. Il consumatore è attratto dalle novità in qualsiasi mese dell'anno, ma rischia di non conoscere più il gusto del pomodoro di giugno maturato in pieno sole e non in serra con forzatura del ciclo produttivo”.
“Il mercato esasperato dalla grande distribuzione vende prodotti di qualità medio bassa sullo scaffale e ha prezzi elevati perché i prodotti devono viaggiare anche per più giorni spesso su strada. Se i prezzi aumentano di conseguenza calano i consumi. Non mi stupisce - conclude Uva - che la grande distribuzione stia iniziando a bussare alla porta dei mercati a chilometro zero: si sta avvicinando per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori”.
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