mercoledì 9 novembre 2011

L’altra economia: 5% del Pil, 700mila volontari

Un altro modo di pensare e fare economia guardando a reciprocità, cooperazione, sostenibilità, partecipazione, sviluppo locale, utilità sociale. Quasi il 5% del Pil, 190 mila aziende con 1,9 milioni di occupati (6% totale nazionale) e 700mila volontari per un valore aggiunto di oltre 80 miliardi di euro. E’ la fotografia dell’economia solidale in Italia presentata nel Rapporto nazionale.

Un’economia ‘del noi’ fatta di commercio equo, agricoltura biologica, finanza etica, turismo responsabile, energie rinnovabili, riuso-riciclo, consumo critico. Il commercio equo e i Gas sono una delle esperienze più note. A fronte di circa 230 operatori, 1500 occupati, più di 900 volontari, il commercio equo e solidale produce un valore pari a 11 milioni di euro, mentre secondo Coldiretti in Italia i Gas-gruppi di acquisto solidale sono 800 ma si stima che i gruppi effettivi siano almeno il doppio. Coinvolgono 25mila famiglie per un totale di 100mila consumatori, soprattutto donne (58%) con istruzione elevata, tra 22 e 44 anni. I Gas Pugliesi censiti da Rete GAS Puglia sono sono 70, sparsi in maniera quasi regolare in tutta la Puglia che da sole coinvolgono almeno 1200 famiglie.


Economia senza denaro? Con gli Scec (solidarietà che cammina) è possibile. Si tratta di buoni locali di solidarietà che scambiati volontariamente tra i soci dei vri GAS al posto dell’euro danno diritto ad una riduzione del prezzo su prodotti e servizi. In Puglia il circuito Scec è promosso dall’associazione Rete GAS Puglia, con sede a Canosa di Puglia (BT) e referenti in quasi tutte le provincie della regione.
Dal 2011 grazie ai  progetti per costutuire dei Des-Distretti di economia solidale molte di queste idee e pratiche potranno svilupparsi e mettersi in rete. In Puglia si sta lavorando per rendere attivi dei Des-Distretti di economia solidale e altri ne stanno nascendo a nella provincia di Taranto. Rete GAS Puglia ha intenzione di presentare  alla Regione Puglia il varo di una legge regionale sull’economia solidale che, a differenza di quelle di Lazio e Umbria, guardi non solo ai Gas ma alle tante esperienze sul territorio e, in particolare, ai Des.

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