Gli stili di vita della decrescita
promuovono la sobrietà, la sostenibilità (ecologica e sociale), la calma
e le relazioni fra le persone. Valorizzano la convivialità, la
cooperazione e l’altruismo a scapito dell’individualismo, della
competizione e dell’egoismo; il gioco disinteressato e il piacere di
godere del proprio tempo libero rispetto alla frenesia del lavoro e del
fare sempre di più!
Vorrebbero un essere umano che si ponga
in maniera diversa nei confronti dei suoi simili e nei confronti della
natura, in una atteggiamento più di armonia, che di sfruttamento; un
atteggiamento in cui la frenesia dei tempi moderni possa lasciare sempre
più spazio alla lentezza, alla contemplazione ed ad una piena
espressione della propria affettività che non può che portare con sé una
maggiore serenità.
Uno stile di vita improntato alla
decrescita fa inoltre riacquistare un senso al nostro fare, in quanto il
fare finalizzato a fare sempre di più viene ad essere sostituito con un
fare bene finalizzato alla contemplazione e al miglioramento
dell’esistente, che ci proietta di per sé verso un futuro migliore.
Riteniamo infine importante riaquisire
un legame con il sapere e il saper fare del passato, andando oltre
l’equazione moderna che fa coincidere il nuovo con il meglio, il vecchio
con il sorpassato, incentivando al contempo però tutto il meglio che la
modernità ci propone.
Da un punto di economico per facilitare
l’instaurarsi di stili di vita più “decrescenti”, riteniamo fondamentale
ridurre la sfera di influenza del mercato nella vita umana tramite:
1.L’aumento dell’autoproduzione di beni e servizi (es. pane, yogurt, ortaggi/ riparazione della bicicletta, babysitter)
2.L’aumento degli scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità
3.La riduzione della mercificazione
4.La riduzione del tempo dedicato al lavoro salariato a favore dell’aumento del tempo dedicato alle relazioni interpersonali, all’autoproduzione e alla coltivazione delle dimensioni dell’esistenza “rimosse” (sociale, politica, culturale, artistica, spirituale, etc.)
2.L’aumento degli scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità
3.La riduzione della mercificazione
4.La riduzione del tempo dedicato al lavoro salariato a favore dell’aumento del tempo dedicato alle relazioni interpersonali, all’autoproduzione e alla coltivazione delle dimensioni dell’esistenza “rimosse” (sociale, politica, culturale, artistica, spirituale, etc.)
Se tutti fossimo più sobri, potremmo
lavorare meno e dedicarci maggiormente ai noi stessi, alla nostra vita e
agli altri e vi sarebbe qualche posto di lavoro in più per qualche
giovane disoccupato!
Riteniamo che la Decrescita non possa
che partire da qui, dalla decolonizzazione del nostro immaginario dai
valori della crescita, da un cambiamento di noi stessi e del nostro modo
di essere, che non può che poi ripercuotersi a cascata sugli altri e
sul mondo, mettendo in moto – ci auspichiamo – un circolo virtuoso in
tutti i rimanenti settori.
Non c’è una una ricetta valida per tutti
ed in assoluto, ma sta ad ognuno di noi il costruirsi il proprio “abito
su misura”, a seconda della suo peculiare modalità di essere al mondo.
Siamo ben consci che non tutti hanno il
tempo di autoprodurre o la possibilità di lavorare meno, ma pensiamo che
comunque chiunque possa fare qualcosa, cominciando anche semplicemente a
guardare il mondo con occhi diversi.
Fonte : Decrescita Felice
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