giovedì 19 luglio 2012

Il biologico low cost è possibile?

Sono una convintona del biologico e questo credo di averlo detto qua e là in questa rubrica. Prima di essere folgorata sulla via di Damasco da un educatore alimentare che ho ascoltato ad una conferenza (e che forse ha semplicemente toccato le corde giuste) non avevo motivo di credere che il cibo bio non fosse qualitativamente migliore, ma mi prendeva una sincope ogni volta che varcavo la porta di uno di quei negozietti di alimentazione naturale (dalle mie parti ci sono ancora pochi supermercati di quel genere).
Avevo l’impressione di essere spennata come un pollo e la convinzione di non avere uno stipendio adeguato al biologico.
Poi, un po’ alla volta, grazie al gruppo d’acquisto solidale, ad alcune letture e ad un po’ di fantasia ho capito che non era vero. Ho trovato un mio modo di comprare, ho aumentato notevolmente la qualità del cibo che consumiamo in famiglia e virato verso la cucina naturale. Alcuni cibi che prima non mangiavo mai sono diventati un’abitudine irrinunciabile, e al tempo stesso altri sono stati praticamente depennati dalla nostra dispensa.
Prima di tutto abbiamo diminuito (quasi eliminato) la carne e il pesce: il motivo è ambientale e salutista. A scuola le bimbe mangiano carne (o pesce) tutti i giorni e a nostro giudizio è già troppo. Le alternative ci sono e per questo ci limitiamo a consumarne una tantum nei week end.
Poi abbiamo aumentato moltissimo il consumo di ortaggi, legumi e cereali. Che non significa solo pasta e riso, ma anche orzo, farro, miglio, bulgur, cous cous, grano saraceno, quinoa, abbinati spesso nelle zuppe o nei piatti asciutti a ceci, fagioli di tante varietà, lenticchie etc.. Cucinando con le giuste spezie, e con i giusti mix si può variare moltissimo e mangiare molto saporito.
Sono piatti poveri, spesso fatti con ingredienti coltivati anche localmente (siamo in pianura padana): con un pacchetto di orzo o farro biologico che costa qualche euro mangiamo 2 o 3 volte. I legumi costano ancora meno. Li prendo a volte secchi, ma ne ho sempre anche in lattina, già cotti, per praticità: un barattolo costa dagli 80 ai 90 centesimi.
La frutta e gli ortaggi li acquistiamo sempre al g.a.s.: siamo organizzati con la fornitura di cassette miste. Quella piccola che acquistiamo noi costa 10 euro e contiene 4 o 5 verdure  e 2 o 3 tipi di frutta in sacchetti mediamente da chilo. Perchè costano così poco? Perchè sono verdure e frutta di stagione: il padre putativo degli ortaggi che mangiamo ne ha in grande abbondanza e li vende direttamente a noi, ad un prezzo che per lui è ottimo e per noi pure.
A questo aggiungiamo le uova e i formaggi. Mi chiedo sempre perchè le uova costino così poco, con tutta la fatica che fanno le povere galline a sfornarle tutti i giorni.. :) , mentre i formaggi sono forse la voce più onerosa e visto che li adoriamo non ce li facciamo mai mancare.
Ogni tanto acquistiamo proteine vegetali (tofu, seitan e compagnia) che piacciono tanto alle bimbe e che apprezziamo abbastanza anche noi. Il tofu è molto proteico e molto economico, gli altri sono un po’ più costosi e noi li mangiamo come alternative ai secondi di carne. Ma senza andare su cose strane, per economizzare e mangiare bene, senza spendere necessariamente molto tempo nella preparazione, la cosa migliore è scendere di gamma: i prodotti di prima e seconda gamma (freschi e in scatola) sono sempre a prezzi abbordabili  rispetto a quelli di terza, quarta e quinta gamma (surgelati, pronti e precotti).
Io trovo spropositati i costi dei prodotti da forno confezionati (biscotti, dolciumi) che poi a volte anche nel bio hanno etichette un po’ troppo cariche di ingredienti, dal mio punto di vista e non sono quasi mai a filiera corta. Ne consumiamo pochi, giusto i biscotti per le bimbe che a colazione non si sono ancora convinte a mangiare i cereali o la crema di budwig (l’avete mai provata? E’ speciale!).
Tranne per qualche piccolo esperimento non sono una mamma che ha la cantina piena di marmellate e conserve: mi cimenterò anche lì, ma per ora le acquistiamo in zona. Il nostro bilancio è molto simile a quello di prima, a volte ho l’impressione di spendere anche molto meno: non frequentare i supermercati tradizionali fa la differenza. Compro solo quel che mi serve, via web, con il gas, ragionando su un’ipotesi grossolana di menù per la settimana, con qualche extra. Sicuramente il gruppo d’acquisto aiuta molto in questo, perchè i prezzi sono un po’ più accessibili (penso ad esempio all’olio, alla pasta e al riso, alle farine), ma si compensa con un piccolo impegno, che trovo sacrosanto ma che non tutti sono disposti a offrire. Ogni tanto compro qualcosa di confezionato, per le emergenze (tortellini, gnocchi), ma giusto una tantum.
Credo che ci siano ancora molti pregiudizi sul biologico, che viene considerato troppo spesso una scelta radical chic invece che un’opportunità e una soluzione per l’ambiente e per la salute. Siamo troppo abituati a fare il confronto diretto, senza pensare a modificare un po’ le abitudini alimentari, ragionando sul senso dei nostri acquisti, anzi sul buon senso del consumo.
Le truffe come quella denominata “Gatto con gli stivali” (che era però legata ai mangimi per animali) screditano un settore che dal mio punto di vista lavora seriamente ed è il futuro della nostra alimentazione. Io per non sbagliare cerco prodotti biologici a filiera corta, possibilmente trasformati localmente: a volte non conosciamo nemmeno il tessuto di piccole imprese che ci circondano!
Voi cosa ne pensate? Cosa/come scegliete i cibi in famiglia? Pensate di più al costo o alla qualità?

Elisa di Mestieredimamma.it

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