Il nuovo Twist annunciato dalla Fed per abbassare la
curva dei rendimenti a più lunga scadenza e la decisione della Bank of
England di varare una nuova tranche di quantitative easing, cioè di
creazione di moneta tramite operazioni atipiche, per 100 miliardi di
sterline per finanziare direttamente le banche britanniche che prestano
all'economia reale, segnalano quanto la stagione della crisi sia ancora
atipica e caratterizzata da interventi eccezionali. La stessa Bce si
prepara a nuove manovre sia sul fronte del tasso di riferimento che su
quello dei prestiti bancari, mentre la Ue sta discutendo di utilizzare
il cosiddetto fondo Salva Stati per acquistare direttamente sul mercato
secondario titoli di stato di emittenti membri in difficoltà con lo
spread. Tanti interventi con una matrice abbastanza comune: per lasciare
definitivamente la crisi alle spalle e riposizionare la produzione
dell'occidente nel nuovo contesto globale si produrrà molta nuova
moneta. Un fatto che non deve sorprendere più di tanto nelle fasi
eccezionali della storia economica.
Ma tutti i cicli, anche quelli
più complessi e difficili, sono destinati a chiudersi e ad aprire una
nuova fase economico-finanziaria. L'abilità di chi investe sta tutta
nell'anticipare il punto di svolta, di saper investire un mini momento
prima che il ciclo ribassista si chiuda per approfittare di tutta la
fase rialzista. Dal 2007 il ciclo finanziario è dominato dal cosiddetto
deleverage, cioè dalla necessità di ridurre l'ammontare del debito
utilizzato per finanziare le posizioni. Una necessità che ha implicato
anche la vendita di asset reali per rimborsare parte del debito, con
l'inevitabile impatto sui prezzi vista la fase congiunturale già
recessiva.
Ora la data della svolta potrebbe non essere più così
distante. Gli asset reali stanno tornando di attualità e con essi anche
quelli vinicoli, come i terreni o le stesse etichette pregiate. La
spiegazione va ricercata nel rialzo dell'inflazione che accompagnerà
l'avvio del nuovo ciclo. Non appena queste aspettative si
consolideranno, i portafogli degli investitori inizieranno a
sovrappesare gli asset reali a scapito delle obbligazioni o della
liquidità. E' proprio questo lo switch che caratterizzerà più di ogni
altro la fine della fase innescata dai subprime e l'inizio di una nuova
galoppata borsistica. Le aziende del vino, incarnando un asset reale a
tutto tondo, non potranno che beneficiare in termini di valorizzazione
economica del nuovo ciclo. Viste le logiche con le quali la finanza,
anche quella comportamentale, contemporanea agisce e si muove il
processo di riallocazione di portafoglio potrebbe essere molto più
rapido e veloce di quanto registrato in passato, favorendo movimenti
originali nei prezzi degli asset reali. La componente transnazionale di
tali dinamiche è proprio quella meno facile da prevedere a priori ma
anche quella oggi in grado di incidere di più in termini di tendenza.
Altro
discorso è quello legato alle politiche produttive e commerciali in
tempi di inflazione, ma questo è un argomento legato al management delle
imprese dell'enologia e non al valore dei beni gestiti o delle imprese
produttrici.
Fonte Italia Oggi

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