lunedì 7 gennaio 2013

Le note intense del nero di Troia in soccorso a Fukushima


Che il vino rosso avesse proprietà benefiche lo sapevamo già, numerose ricerche hanno testimoniato gli effetti salutari del vino, lo conferma uno studio fatto dall’Università di Siena commissionata dall’Associazione Nazionale Città del Vino (una rete di quasi seicento Comuni a vocazione vitivinicola impegnata nello sviluppo della conoscenza scientifica in materia di vino e salute) che ha analizzato 13 vini provenienti da diverse regioni italiane. I ricercatori del Dipartimento di Scienze ambientali dell’Università senese hanno sentenziato che gli effetti salutari del vino rosso contro l’Helicobacter pylori (il principale patogeno della muscosa gastrica) e contro i radicali liberi. I risultati del lavoro descrivono che tutti i vini testati sono attivi contro l’Helicobacter, batterio che provoca ulcere e che è fattore di rischio di carcinoma e linfoma gastrico. «Un bicchiere abbondante di vino a pasto - afferma la Prof.ssa Daniela Giachetti, responsabile della sezione di Biologia farmaceutica del dipartimento – è sufficiente, come dimostrano i dati della nostra indagine, a produrre l’effetto benefico e protettivo sulla mucosa gastrica. Se il consumo però aumenta oltre i 350 millilitri a pasto, l’etanolo agisce in senso negativo sullo stomaco provocando danni che possono essere anche di notevole entità».
Ma cosa c'entra il vino con il disastro nucleare di Fukushima? Il governo nipponico, dopo la tragedia che ha colpito il Giappone ha chiesto le vinacce del Nero di Troia in quanto i polifenoli delle piante assorbono la radioattività, tesi confermata dall’immunologo dell’Università di Bari Emilio Jirillo contattato dalle autorità giapponesi afferma quanto segue: «l’esecutivo nipponico ritiene che ci possa essere un effetto assorbente delle radiazioni di cui è stata vittima la popolazione. E’ perciò ha avviato un piano di lavoro con un vigneto sperimentale  di una azienda di Canosa di Puglia».
Il vitigno autoctono pugliese viene coltivato in due sottospecie: “Uva di Troia” a grappolo grande e tozzo e “Summariello” con grappolo cilindrico più piccolo, prodotto in quantità limitate nella solo città di Troia e nelle zone limitrofe. Le uve Nero di Troia conferiscono al vino del Gargano un colore rosso rubino intenso e un profumo fruttato che ricorda le bacche selvatiche del Parco Nazionale del Gargano che incontrano l’ inebriante essenza di zagare sprigionata dalle piantagioni di agrumi che dominano le colture della zona.
Per molto tempo è stato un vitigno usato per “tagliare” vini più deboli per rafforzarne corpo e colore. Il vino si presenta austero, dal gusto speziato e di legno anche senza passaggio in barrique.
Scheda tecnica:
Sinonimi: Nero di Troia, Uva di Canosa, Uva di Barletta.
Cenni storici: Vitigno ampiamente coltivato nella provincia di Barletta ed in quella di Bari. Sembrerebbe che il suo nome derivi dalla città di Troia dalla quale fu importata, ad opera dei greci che sbarcarono in Puglia.
Caratteri Ampelografici: foglia media, pentagonale, pentalobata - grappolo grande, piramidale, semi-compatto, può essere alato - acino medio, sferico con buccia pruinosa, spessa, molto consistente e di colore violetto.
Maturazione: media
Vigoria: buona
Caratteristiche del vino: se ne ricava un vino dal sapore asciutto, alcolico e di media acidità.
Rientra nelle DOC Cacc'e mmitte di Lucera, Rosso di Cerignola, Rosso Canosa, Rosso Barletta e Castel del Monte.

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