lunedì 21 gennaio 2013

L'uomo che viveva senza soldi: la scelta di chi rifiuta il denaro da 12 anni


La storia di Daniel Suelo, l’uomo che da 12 anni vive volontariamente senza un soldo: condanna, gesto estremo o scelta di vita?

Quante sono le spese che sosteniamo quotidianamente? Quante sono le persone che sempre più trovano difficoltà a far quadrare i conti di una vita che viene, in ogni suo aspetto, valutata in base al corrispettivo monetario? E se scegliessimo volontariamente di vivere senza soldi?

Si sprecano le volte in cui ognuno di noi ha pensato a questo sistema economico come ad una imposizione senza via d’uscita. Un sistema che ha creato desideri, bisogni e necessità da cui non riusciamo a sfuggire. Eppure tutti bramiamo a guadagnare di più.

Ma c’è chi periodicamente ha la forza di costituire da esempio, magari estremo, di un abbandono dei ritmi e dei metodi della civiltà occidentale. E’ il caso di Daniel James Shellabarger, cittadino Americano che nel 2000 ha deciso di abbandonare il proprio lavoro di cuoco, cambiare nome in “Suelo” e rendersi totalmente indipendente dalla moneta corrente. Daniel vive senza soldi da ben 12 anni ormai.

Quando non è in giro per il continente nordamericano Daniel vive in una caverna nello Utah, condividendo con il mondo le proprie esperienze tramite il sito Living Without Money ed il blog Zero Currency. Le discussioni vertono ovviamente sulle interpretazioni di una vita legata all’accumulazione di beni e sulle vie d'uscita dalla gabbia dorata (ma lo è davvero dorata?) della società dei consumi. Non mancano poi le domande di chi, in un modo o nell’altro, vorrebbe seguire il suo esempio.

Una scelta estrema, certamente. Eppure, sebbene la scelta di Daniel fosse stata vista, nel 2000, come l’ennesima bizzarria di un qualsiasi eccentrico, la crisi economica ed il ripensamento di ognuno di noi del proprio rapporto con la moneta ha in qualche modo ravvivato l’interesse ed avvicinato le persone alla sua decisione.
I media ne hanno fatto un caso, tra reportage, interviste ed una biografia, The Man Who Quit Money, pubblicata quest’anno. Daniel condivide volentieri le proprie sensazioni ed impressioni sui significati di una vita focalizzata finalmente sul presente: “I soldi rappresentano mancanza. Rappresentano cose nel passato (debiti) e cose nel futuro (crediti), ma non rappresentano mai ciò che è presente”.

Difficile credere che uno stile di vita basato sull’autosufficienza e sull’economia del dono possa considerarsi, ai giorni nostri, come realtà applicabile a diverse latitudini o realizzabile a livelli di massa. In una società fondata sul denaro, vivere senza soldi comporterebbe l'isolamento dalla società stessa.
Eppure c’è da dire che, per un mondo ormai convinto che l’unico stile di vita possibile sia quello attuale, la semplice presenza di un’alternativa, per quanto estrema essa possa essere, rappresenta una sorta di disincanto che può funzionare da trampolino di lancio verso una serie di scelte che ci aiutino ad avviare quei cambiamenti di cui tanto avvertiamo il bisogno.
E voi cosa ne pensate?

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