sabato 15 giugno 2013

Dopo 12 anni tornano le farine animali negli alimentazione degli allevamenti

L'Unione Europea 12 anni fa aveva vietato le farine animali, ora dal primo giugno sono tornate a supporto dell'alimentazione degli allevamenti.

Le farine animali, infatti, erano state abolite in seguito all'emergenza mucca pazza capace di mietere terrore tra i tanti consumatori d'Europa. Ora il pericolo sembra rientrato e, per questa ragione, dal 1 giugno, attraverso l'annullamento del divietogli allevamenti ittici sono stati i primi a rintrodurle. L'acquacoltura è tornata, quindi, ad impiegare proteine animali derivate da scarti di macelleria. Poi dal 2014 queste farine saranno consentite anche negli allevamenti di suini e di polli. Rimane confermato, invece, il divieto dell’utilizzo e della provenienza delle farine animali da bovini e ovini.
Con questo divieto annullato sembrerebbe logico sperare che il pericolo di nuove contaminazione sia stato completamente debellato. Andare cauti è però una regola che non si dovrebbe scordare. L'allarme europeo per l'encefalopatia spongiforme bovina (Bse) fu uno scandalo capace di far capire quanto debba essere importante la prevenzione. Contò 190mila casi accertati e 225 morti ufficiali per la variante che attaccava l'uomo.
Se l'Unione Europea ha però deciso di tornare indietro sul divieto è evidente che l'allarme non sia più reale. Pericolo non più esistente? Insomma, speriamo!
Quello che è vero è quanto gli scarti di macelleria siano centinaia di migliaia di tonnellate di mangime e visto i settori alimentari in espansione l'industria del cibo, sempre orientata al profitto, non se la sente più di sprecare. La natura di questo reintegro è principalmente economica. L'acquacoltura (il primo settore a godere di tale delibera) è, inoltre, in grado di assorbire un milione di tonnellate di mangime.
In seconda battuta, volendo, si può anche leggere un aspetto ecologico. Gli scarti animali, proprio perché sono un quantitativo infinito, rischiano di accumularsi nelle discariche, di non essere smaltite e quindi il loro utilizzo nelle farine animali si trasforma in una modalità di smaltimento (e riciclo).
Le farine animali si ottengono essiccando i tessuti di scarto della macellazione degli animali: cartilagini, ossa, sangue, zoccoli ed organi che generalmente non verrebbero mai e poi mai destinati alla natura umana. Il mondo delle farine animali è però anche un settore parallelo dell'industria alimentare che, con quella vecchia ordinanza dell'Unione Europea, aveva messo in stallo tante aziende. A lavorare le farine sono infatti solo ed esclusivamente realtà specializzate che, adesso dal 1 giugno, sono tornate a produrre e conseguentemente a fare cassa. E' bene però sapere che non tutti gli scarti diventano cibo (o meglio farina alimentare per allevamenti), una parte viene destinata come combustibile per le centrali termiche e un'altra non utilizzabile viene distrutta attraverso inceneritori.
Sarà inoltre vietata ogni forma di cannibalismo, così un pollo non potrà trovare tracce di pollame nelle farine, un maiale tracce di maiale e così via. L'Unione Europea, dopo i tanti scandali alimentari che si sono visti nell'ultimo periodo, sarà sicuramente consapevole di questa scelta e se ha deciso di fare una marcia indietro agli interessi dei singoli ha pensato e valutato sicuramente l'incolumità della collettività.
Il problema è però un altro: il potere pubblico e le filiere professionali saranno in grado di garantire il rispetto scrupoloso delle norme sanitarie?
Alessandro Ribaldi

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