“Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al cimitero. Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero. Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno, di questa triste e mesta ricorrenza, anch’io ci vado, e con dei fiori adorno il loculo marmoreo ‘e zi’ Vincenza”. Con questi versi tratti da ‘A livella di Totò, Dino La Cecilia ha dato il via alla serata ‘A tavola con il morto’ organizzata giovedì 31 ottobre dalla Cantina del Cacciatore per rendere omaggio a una tradizione molto sentita nella provincia di Foggia: la Festa dei Morti.
Una serata che ha avuto come filo conduttore la riscoperta di usanze e riti, legati ad un festività molto importante, raccontati attraverso la cucina ed il teatro.
Ad ogni tavolo, decorato con il caratteristico lumino, è stato riservato un posto per il morto perché, come vuole la tradizione, la sera del 1° novembre si imbandisce la tavola appositamente per i defunti che si crede tornino dall’aldilà per visitare i parenti, con l’intento di accogliere, confortare e placare le loro anime. Un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e della morte. A sdrammatizzare un tema così profondo ci ha pensatoGiorgio Carbonaro con una sua opera, ‘U retratt d’ ‘u marite che racconta la storia di una giovane vedova, Addulurate, che “Nun puteve tutt’’a vite campà senza ‘nu marite”.
La serata si è conclusa con i versi scritti dal grande Edoardo De Filippo nel 1948, da cui poi è stata tratta la commedia De Pretore Vincenzo. A declamarli sempre Dino La Cecilia che è riuscito a carpire l’attenzione degli ospiti per circa mezz’ora dall’inizio della poesia - “De Pretore Vincenzo s’arrangiava, campava ‘a bona ‘e Dio, comme se dice. Figlio di padre ignoto, senz’amice, facev’ ‘o mariuolo pe’ campà” - fino alla fine “Credenno ca parlava c’ ‘o Signore, ‘nzerraje pe’ sempe ll’uocchie De Pretore”.
Tra i piatti serviti pietanze di stagione prevalentemente a base di zucca, tra gli ortaggi autunnali sicuramente il più coreografico, e funghi, questi ultimi proposti nel piatto unico caratteristico della Cantina del Cacciatore insieme con i paccheri, la pancetta e la lombatina di maiale.
Immancabile il grano cotto, detto anche ‘cicc cutt’, dolce che a Foggia viene preparato solo in occasione della commemorazione dei defunti.
La Cantina del Cacciatore dà appuntamento al 21 novembre per una serata che esce dai confini regionali e rende onore all’Amarone, vino rosso prodotto esclusivamente nella Valpolicella, in provincia di Verona, ma noto a livello mondiale. Ad accompagnare l’enogastronomia ci sarà musica jazz dal vivo.
In allegato le foto (di Esther Favilla) della serata ‘A tavola con il morto’.
Danila Paradiso
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