I sistemi di recupero dell'acqua piovana rappresentano non solo una tecnologia sostenibile, ma anche un modo per risparmiare. Ma quali caratteristiche deve avere un impianto per riciclare la pioggia?
Perdite, utilizzi errati, sprechi, inquinamento. L'acqua potabile rischia di diventare una risorsa sempre meno disponibile, con conseguenze potenzialmente molto gravi a carico degli ecosistemi ma anche degli equilibri geopolitici mondiali.
Secondo le stime più aggiornate, a livello globale almeno il 47% dell'acqua potabile immessa nelle reti idriche va sprecata a causa di perdite a carico del sistema di distribuzione. Oltre la metà del consumo di acqua pro capite, inoltre, è legato ad usi diversi da quelli “nobili” (bere, igiene personale, preparazione dei cibi): pulizie domestiche, irrigazione, scarico del WC.
Una situazione sempre più insostenibile, che richiederebbe uno sforzo da parte di tutti per un uso più consapevole e responsabile dell'oro blu.
Secondo le stime più aggiornate, a livello globale almeno il 47% dell'acqua potabile immessa nelle reti idriche va sprecata a causa di perdite a carico del sistema di distribuzione. Oltre la metà del consumo di acqua pro capite, inoltre, è legato ad usi diversi da quelli “nobili” (bere, igiene personale, preparazione dei cibi): pulizie domestiche, irrigazione, scarico del WC.
Una situazione sempre più insostenibile, che richiederebbe uno sforzo da parte di tutti per un uso più consapevole e responsabile dell'oro blu.
Una vera e propria rivoluzione culturale che potrebbe cominciare, ne avevamo parlato, dalrecupero dell'acqua piovana, i cui vantaggi, tra l'altro, vanno ben al di là delle questioni legate al risparmio economico e ambientale. La pioggia, infatti, presenta caratteristiche per certi versi preferibili a quelle dell'acqua potabile: prima di tutto, è priva di calcare e poverissima di sali minerali, per cui evita la formazione dei classici depositi biancastri e riduce le esigenze di manutenzione a carico di elettrodomestici, water e sciacquoni.
Nonostante i numerosi vantaggi, però, la pratica di riciclare l'acqua piovana non è ancora molto diffusa, tanto che alcuni comuni offrono incentivi a chi installa a casa propria dei sistemi per il recupero della pioggia.
Nonostante i numerosi vantaggi, però, la pratica di riciclare l'acqua piovana non è ancora molto diffusa, tanto che alcuni comuni offrono incentivi a chi installa a casa propria dei sistemi per il recupero della pioggia.
Ma come funziona un sistema domestico per il riutilizzo dell'acqua piovana?
Gli impianti più semplici prevedono la raccolta sui tetti e il drenaggio, attraverso uno specifico sistema di grondaie, all'interno di un apposito serbatoio di stoccaggio, dove la pioggia confluisce dopo essere stata filtrata. Ci sono poi sempre nuove tecnologie, come quella di cui abbiamo parlato tempo fa, che abbina il recupero dell'acqua piovana su un tetto fotovoltaico.
Le dimensioni del serbatoio possono variare a seconda di una serie di fattori, tra i quali la piovosità annua, il tipo di installazione (interrata o fuori terra), il numero e la tipologia di utenze da servire.
In commercio è possibile trovare dispositivi di stoccaggio di dimensioni molto diverse, dai 150 ai 20mila litri. Quando possibile, è preferibile installare dei serbatoi interrati, in modo da evitare forti escursioni termiche a carico dell'acqua raccolta.
Molto importante è anche la manutenzione dei filtri (in commercio se ne trovano di diverse tipologie), per evitare contaminazioni del liquido e la formazione di depositi di sedimenti, che potrebbero danneggiare l'impianto. Attraverso un sistema di pompaggio, l'acqua piovana viene poi distribuita alle varie utenze da rifornire. Di solito, i sistemi di pompaggio permettono di prelevare l'acqua al di sotto del livello di superficie, dove è più pulita.
È importante ricordare, inoltre, che i rubinetti e i punti di prelievo che erogano acqua piovana di recupero devono sempre riportare la dicitura “Acqua non potabile”. In fase di progettazione dell'impianto, poi, è possibile prevedere un deviatore manuale che permetta di inviare direttamente allo scarico la “prima” pioggia, che di solito è la più sporca. Indispensabile, infine, prevedere un sistema di troppo-pieno per il serbatoio, che consenta di far defluire direttamente in fognatura gli eventuali eccessi di pioggia.
Gli impianti più semplici prevedono la raccolta sui tetti e il drenaggio, attraverso uno specifico sistema di grondaie, all'interno di un apposito serbatoio di stoccaggio, dove la pioggia confluisce dopo essere stata filtrata. Ci sono poi sempre nuove tecnologie, come quella di cui abbiamo parlato tempo fa, che abbina il recupero dell'acqua piovana su un tetto fotovoltaico.
Le dimensioni del serbatoio possono variare a seconda di una serie di fattori, tra i quali la piovosità annua, il tipo di installazione (interrata o fuori terra), il numero e la tipologia di utenze da servire.
In commercio è possibile trovare dispositivi di stoccaggio di dimensioni molto diverse, dai 150 ai 20mila litri. Quando possibile, è preferibile installare dei serbatoi interrati, in modo da evitare forti escursioni termiche a carico dell'acqua raccolta.
Molto importante è anche la manutenzione dei filtri (in commercio se ne trovano di diverse tipologie), per evitare contaminazioni del liquido e la formazione di depositi di sedimenti, che potrebbero danneggiare l'impianto. Attraverso un sistema di pompaggio, l'acqua piovana viene poi distribuita alle varie utenze da rifornire. Di solito, i sistemi di pompaggio permettono di prelevare l'acqua al di sotto del livello di superficie, dove è più pulita.
È importante ricordare, inoltre, che i rubinetti e i punti di prelievo che erogano acqua piovana di recupero devono sempre riportare la dicitura “Acqua non potabile”. In fase di progettazione dell'impianto, poi, è possibile prevedere un deviatore manuale che permetta di inviare direttamente allo scarico la “prima” pioggia, che di solito è la più sporca. Indispensabile, infine, prevedere un sistema di troppo-pieno per il serbatoio, che consenta di far defluire direttamente in fognatura gli eventuali eccessi di pioggia.
Silvana Santo
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