lunedì 26 giugno 2017

Mangiare il cibo scaduto? Quando sì e quando no

Mangiare il cibo scaduto non è di per sè pericoloso. Basta seguire alcuni accorgimenti. Ecco gli alimenti che possono essere consumati anche dopo la data di scadenza e quelli che invece vanno tassativamente buttati nella spazzatura.


Il tutto è riconducibile alla didascalia che troviamo sull'alimento. C'è infatti una differenza sostanziale che, spesso e volentieri, non si nota.
Il “da consumare entro il” è estremamente differente dal  “consumare preferibilmente entro”.
Se il primo infatti è riferito al cibo fresco ad alta deperibilità ed è una regola da seguire tassativamente, la seconda dicitura indica invece un termine entro il quale il prodotto perde solamente alcune caratteristiche organolettiche che non vuol dire affatto essere diventato pericoloso, dannoso o non commestibile. Ecco quindi che lo yogurt si può mangiare anche dopo dieci giorni la scadenza, conterrà sicuramente meno fermenti lattici ma non sarà malsano. Così come la pasta, l'olio di oliva e i pomodori pelati.
Cibi che, al contrario, non è sinonimo di intelligenza ingerire e che, soprattutto, rischiano di portare danni e malori al proprio organismo sono gli alimenti di origine suina, bovina ed il pesce. Proprio quest'ultimo, ad esempio, detiene il triste record di essere il cibo con la più alta percentuale in Italia per intossicazioni alimentari.
Uno studio realizzato dall'organizzazione non governativa Compassion In World Farming, che si occupa di promuovere un allevamento rispettoso degli animali, ha mostrato come gli animali sottoposti allo stress dell’allevamento intensivo e soprattutto della macellazione industriale (tutti gli animali che si mangiano vengono storditi e la morte avviene poi per dissanguamento) abbiano un sistema immunitario assai indebolito e siano quindi portatori nelle carni di batteri nocivi che negli animali che vivono allo stato brado rimangono invece nelle viscere. Questo vuol dire che pollame, ma anche carne di maiale e manzo, che si trovano nella grande distribuzione, corrono un rischio notevole e, quando arrivano le rispettive scadenza, è decisamente consigliato non ingerirle.
Questo, in realtà, aprirebbe un'altra problematica che è quella relativa alla sovrapproduzione di carne. Il 20% del cibo italiano, e in particolar modo le spese riguardanti le proteine animali, finisce nella spazzatura. Questo vuol dire che, probabilmente, tra il mangiare alimenti scaduti e il buttarli nel cestino, si dovrebbe iniziare ad avere una cultura più legata al concetto di spreco del cibo.
Nel mondo occidentale di fame, fortunatamente, non muore nessuno. La missione, di noi che abitiamo questa parte di terra, sarebbe quella di fare alcuni passi indietro e tornare ragionare sulla differenza che passi tra superfluo e necessario. In questo modo, probabilmente, quella percentuale di spesa che finisce nel cassonetto potrebbe lentamente diminuire.
Tornando agli alimenti che possono essere mangiati dopo la data dell'etichetta si annoverano anche le uova. Strano, ma vero. Possono durare anche cinque giorni dopo la scadenza, Converrà però farle sode piuttosto che alla coque o crude. La cottura è sempre importante (e il fornello tradizionale è meglio del microonde), perché ripara da alcuni rischi e annienta ogni forma batterica.
Anche i succhi di frutta, se non si aprono, risultano buoni fino a sei mesi dopo.
Quale regola adottare per mangiare o meno cibi scaduti? Per decidere se mangiare o meno un alimento è importante verificare osservandolo bene e tenere a mente alcuni aspetti:
1) che sia stato conservato correttamente (per gli alimenti freschi è proprio la legge che impone di indicare le modalità di conservazione)
2) che non sia aperto e, se lo fosse, che abbia un “bel colorito” e non presenti muffe
3) che, quando sigillato, la confezione non presenti strani odori o rigonfiamenti
Cibi scaduto quindi: mangiare o non mangiare? Sicuramente partiamo da un altro presupposto: limitiamo i nostri acquisti e non sprechiamo il cibo che, non scordiamolo, è bene preziosissimo.
Detto questo, per concludere, lasciamo le parole di un'esperta in materia che, un paio d'anni fa, rilasciò un'intervista al Corriere della Sera: "se i cibi hanno una scadenza significa che c’è un motivo - racconta Laura Toti, microbiologia del Dipartimento di sicurezza alimentare dell’Istituto superiore di sanità -. Dopo la data indicata sulle confezioni, infatti, si verificano alterazioni chimiche e microbiologiche che modificano le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto, e che a volte sono anche pericolose per la salute. Inoltre, va tenuto ben presente che chi mangia alimenti scaduti lo fa a suo rischio e pericolo: se subisce dei danni non può avanzare rivendicazioni di nessun tipo, perché la legge non lo tutela. Un po' di margine, tuttavia, può esserci, ma non per tutti gli alimenti e, soprattutto, soltanto se i cibi sono conservati in condizioni ottimali".
Alessandro Ribaldi

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