Da parte del settore agroalimentare una
delle risposte a questa situazione critica è stata quella di
“riscoprire” la vendita diretta come opportunità per svincolarsi dalla
filiera a valle.
Le associazioni di categoria in
particolare hanno lanciato campagne di diffusione di modello di
cosiddetti “farmer shop” e dei mercati dei produttori.
Il modello della vendita dal produttore
al consumatore non è una vera e propria innovazione, si tratta di una
rivisitazione in chiave moderna di una formula tradizionale.
La
vendita diretta da parte dei produttori è ancora presente delle aree
non a forte urbanizzazione, in cui permane una modalità di relazione
forte con la socialità del territorio. È ancora un valore quello di
ricercare il rapporto con il produttore “che si conosce”, “che ha
“prodotti buoni”. In aree soprattutto rurali non intervengono nemmeno
difficoltà logistiche nell’acquisto, quali vicinanza, orari e
assortimento. Pertanto la vendita diretta, fuori quindi dalla rete
distributiva, è ancora piuttosto diffusa.
Dove invece le modalità di consumo e
acquisto assumono connotazioni diverse, e questo è tipico delle aree
urbane, i prodotti agroalimentari si acquistano nei negozi e/o nella
grande distribuzione.
La nuova politica di promozione della
formula diretta punta a portare una riscoperta di questo modello nei
contesti in cui si è perso nel tempo l’abitudine a comprare dal
produttore. Restano comunque aperti alcuni problemi per la fruizione di
questo servizio, come in particolare la logistica legata alle distanze
in rapporto alla frequenza di acquisto dei freschi, l’ampiezza
dell’assortimento dato che il consumatore ha spesso perso il concetto di
stagionalità dei prodotti.
Per far questo si fa leva sul consumatore su nuovi valori quali:
- ricerca di una maggiore naturalità, rispetto della stagionalità, biologico
- migliore qualità del prodotto, più sapore
- convenienza
- attenzione per i prodotti locali, tipicità e valorizzazione del territorio
- attenzione per l’ambiente, fornitura a km 0.
Dal punto di vista dei produttori ci sono varie opportunità:
- una maggiore redditività sul prodotto, dato che pur a fronte di un prezzo competitivo con la rete distributiva, il produttore può comunque avere un margine maggiore
- una opportunità di aggregazione con altri agricoltori nel caso dei mercati o di formule strutturate di punti vendita dei produttori di un territorio
- una opportunità di riqualificazione organizzativa dell’azienda in una chiave più moderna e competitiva
- una opportunità per aumentare l’interesse verso il settore da parte dei giovani e favorire il passaggio generazionale
Dal punto di vista della distribuzione
tale approccio si presenta come una aperta sfida; ma nel valutare la
portata di questa azione competitiva va precisato che attualmente la
vendita diretta che in altri paesi stranieri es. Regno Unito e Stati
Uniti ha già avuto una discreta diffusione, rappresenta solo circa il
3-4% dell’intera PLV agricola dell’unione europea
Si tratta di una quota minoritaria
proprio perché considera anche realtà in cui la vendita diretta si è già
sviluppata, mentre l’Italia è posizionata in fase di avvio.
Quindi il recupero di un rapporto tra agricoltura e commercio deve percorrere anche altre direzioni.
fonte : stati generali commercio
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