giovedì 23 agosto 2012

Cosa è un Distretto di Economia Solidale (DES). E' possibile crearlo in Puglia ?

Il distretto di economia solidale (DES) è un circuito economico locale tra le realtà dell'economia solidale attive sul territorio nei diversi settori: produzione, servizi, distribuzione, consumo. A titolo esemplificativo, il progetto prevede che (dalla “Carta per la rete italiana di economia solidale”):
le imprese dei DES acquistano beni e servizi per la produzione, prioritariamente dalle altre aziende dell'economia solidale e vendono i loro beni e servizi, prioritariamente alle strutture distributive o di consumo dell'economia solidale;
i consumatori acquistano prioritariamente beni e servizi che provengono dalle imprese dell'economia solidale e partecipano alla realizzazione dei progetti;
i risparmiatori-finanziatori e le loro strutture esecutive finanziano imprese e progetti dell'economia solidale;
gli Enti Locali (in particolare i Comuni) interessati al progetto, favoriscono sul loro territorio la formazione dei DES, agevolando il coinvolgimento dei soggetti economici e delle loro Associazioni;
le associazioni in sintonia con i principi dell'economia solidale ne diffondono la cultura;
insieme, tutti questi soggetti praticano e fanno cultura e informazione sui temi e sulle esperienze dell'economia solidale.
 
La proposta dei distretti è stata lanciata con la “Carta per la rete italiana di economia solidale” nel maggio 2003 per sperimentare sul campo la strategia delle reti a partire dalla dimensione locale, con l'idea di condurre degli esperimenti per valutare nella pratica il funzionamento e le difficoltà di questa strategia.
      La logica del distretto è quella di creare un circuito economico tra le realtà locali dell'economia solidale della Puglia in modo da poter rafforzare queste stesse realtà e fornire risposte ai consumatori critici che chiedono prodotti e servizi rispettosi delle persone e dell'ambiente. Lo sviluppo di questi distretti costituisce una prospettiva che ha le potenzialità per valorizzare le risorse del luogo, creare occupazione e difendere le fasce deboli.
      Si ritiene che la costruzione dei distretti sia un passaggio fondamentale per la costruzione di una rete italiana di economie solidali, immaginando quest'ultima come un intreccio tra organizzazioni di settore e reti territoriali. La scelta di partire dai distretti è inoltre una conseguenza della forte valorizzazione della dimensione locale all'interno della prospettiva dell'economia solidale, in cui immaginiamo che le forme di “autogoverno” dei territori si debbano esprimere anche sotto il profilo economico.
      La costruzione dei distretti può partire dalle diverse realtà che già operano nei territori, come ad esempio i gruppi di acquisto solidali pugliesi, le botteghe del mondo, le realtà di finanza etica e di turismo responsabile, i piccoli produttori biologici, le cooperative sociali e le cooperative che offrono servizi e beni di consumo, gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi che condividono le regole dell'economia solidale in Puglia.
      La creazione di questo circuito tra le diverse realtà dell'economia solidale rinforza chi vi partecipa in quanto le risorse immesse nel circuito rimangono al suo interno senza fuggire via. In questa prospettiva gli utili realizzati all'interno del circuito vengono impiegati per rafforzare le realtà esistenti e creare o convertire altre realtà per realizzare in modo solidale i prodotti ed i servizi di cui i consumatori hanno bisogno.
      I prodotti ed i servizi che non sono disponibili all'interno di un distretto vengono scambiati a livello paritario con gli altri distretti o le altre realtà di economia solidale presenti nei luoghi di produzione.
      Questa è, espressa in modo sintetico, l'idea di base dei distretti di economia solidale, per maggiori approfondimenti si possono vedere la bibliografia ed i documenti presenti sul sito www.retecosol.org. Bisogna però dire che si tratta di un esperimento in corso, e quindi non esistono ricette o procedure definite su come si possano nel concreto costruire i distretti e come questi debbano funzionare. La proposta è infatti proprio quella di avviare delle sperimentazioni sui territori disponibili pugliesi per poter confrontare i metodi adottati ed i risultati ottenuti e quindi, attraverso lo scambio di esperienze, stabilire quali esempi possano servire da riferimento per chi vuole iniziare. Può quindi essere utile analizzare le esperienze in corso per vedere quali sono gli strumenti che sono stati scelti per lo sviluppo dei distretti e quali sono i loro punti di forza e di debolezza.

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