Il
distretto di economia solidale (DES) è un circuito economico
locale tra le realtà dell'economia solidale attive sul territorio
nei diversi settori: produzione, servizi, distribuzione, consumo.
A titolo esemplificativo, il progetto prevede che (dalla “Carta
per la rete italiana di economia solidale”):
●le
imprese dei DES acquistano beni e servizi per la produzione,
prioritariamente dalle altre aziende dell'economia solidale e
vendono i loro beni e servizi, prioritariamente alle strutture
distributive o di consumo dell'economia solidale;
●i
consumatori acquistano prioritariamente beni e servizi che
provengono dalle imprese dell'economia solidale e partecipano alla
realizzazione dei progetti;
●i
risparmiatori-finanziatori e le loro strutture esecutive
finanziano imprese e progetti dell'economia solidale;
●gli
Enti Locali (in particolare i Comuni) interessati al progetto,
favoriscono sul loro territorio la formazione dei DES, agevolando
il coinvolgimento dei soggetti economici e delle loro
Associazioni;
●le associazioni in sintonia con i principi dell'economia solidale ne diffondono la cultura;
●insieme,
tutti questi soggetti praticano e fanno cultura e informazione
sui temi e sulle esperienze dell'economia solidale.
La
proposta dei distretti è stata lanciata con la “Carta per la
rete italiana di economia solidale” nel maggio 2003 per
sperimentare sul campo la strategia delle reti a partire dalla
dimensione locale, con l'idea di condurre degli esperimenti per
valutare nella pratica il funzionamento e le difficoltà di questa
strategia.
La
logica del distretto è quella di creare un circuito economico
tra le realtà locali dell'economia solidale della Puglia in modo da
poter rafforzare queste stesse realtà e fornire risposte ai
consumatori critici che chiedono prodotti e servizi rispettosi
delle persone e dell'ambiente. Lo sviluppo di questi distretti
costituisce una prospettiva che ha le potenzialità per
valorizzare le risorse del luogo, creare occupazione e difendere
le fasce deboli.
Si
ritiene che la costruzione dei distretti sia un passaggio
fondamentale per la costruzione di una rete italiana di economie
solidali, immaginando quest'ultima come un intreccio tra
organizzazioni di settore e reti territoriali. La scelta di partire
dai distretti è inoltre una conseguenza della forte valorizzazione
della dimensione locale all'interno della prospettiva
dell'economia solidale, in cui immaginiamo che le forme di
“autogoverno” dei territori si debbano esprimere anche sotto il
profilo economico.
La
costruzione dei distretti può partire dalle diverse realtà che
già operano nei territori, come ad esempio i gruppi di acquisto solidali
pugliesi, le botteghe del mondo, le realtà di finanza etica e di
turismo responsabile, i piccoli produttori biologici, le
cooperative sociali e le cooperative che offrono servizi e beni di
consumo, gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi
che condividono le regole dell'economia solidale in Puglia.
La
creazione di questo circuito tra le diverse realtà dell'economia
solidale rinforza chi vi partecipa in quanto le risorse immesse
nel circuito rimangono al suo interno senza fuggire via. In questa
prospettiva gli utili realizzati all'interno del circuito vengono
impiegati per rafforzare le realtà esistenti e creare o convertire
altre realtà per realizzare in modo solidale i prodotti ed i
servizi di cui i consumatori hanno bisogno.
I
prodotti ed i servizi che non sono disponibili all'interno di un
distretto vengono scambiati a livello paritario con gli altri
distretti o le altre realtà di economia solidale presenti nei
luoghi di produzione.
Questa
è, espressa in modo sintetico, l'idea di base dei distretti di
economia solidale, per maggiori approfondimenti si possono vedere
la bibliografia ed i documenti presenti sul sito www.retecosol.org.
Bisogna però dire che si tratta di un esperimento in corso, e
quindi non esistono ricette o procedure definite su come si
possano nel concreto costruire i distretti e come questi debbano
funzionare. La proposta è infatti proprio quella di avviare delle
sperimentazioni sui territori disponibili pugliesi per poter
confrontare i metodi adottati ed i risultati ottenuti e quindi,
attraverso lo scambio di esperienze, stabilire quali esempi
possano servire da riferimento per chi vuole iniziare. Può quindi
essere utile analizzare le esperienze in corso per vedere quali sono
gli strumenti che sono stati scelti per lo sviluppo dei distretti
e quali sono i loro punti di forza e di debolezza.
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