Economia verde a consulto "Le soluzioni per la mobilità"
Auto elettriche, biocarburanti, car sharing, più spazio alle bici,
corsie per il trasporto pubblico, urbanistica intelligente, telelavoro:
a proporre il pacchetto di soluzioni è la prima assemblea degli Stati
generali della green economy, la struttura messa in piedi con l'aiuto
di 39 categorie produttive dal ministero dell'Ambiente e dalla
Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
Auto elettriche, biocarburanti di seconda generazione, car sharing, più
spazio alle bici, corsie ben difese per il trasporto pubblico,
urbanistica intelligente, telelavoro. E' un'unica ricetta per ottenere
quattro vantaggi: trasporto più efficiente, maggiore capacità attrattiva
per le nostre città, meno inquinamento, rilancio dell'economia. A
proporre questo pacchetto di soluzioni è la prima assemblea degli Stati
generali della green economy, la struttura messa in piedi con l'aiuto di
39 categorie produttive dal ministero dell'Ambiente e dalla Fondazione
per lo sviluppo sostenibile. I settori individuati come strategici per
lo sviluppo di un'economia verde in Italia sono 8: si va dallo sviluppo
delle fonti rinnovabili al riciclo dei rifiuti, dall'agricoltura di
qualità ecologica ai servizi ambientali. E la prima delle 8 assemblee
nazionali programmate tra luglio e settembre si tiene oggi a Roma, sulla
mobilità sostenibile.
Un tema particolarmente urgente perché il
ritardo è grave, come testimoniano i numeri contenuti nei documenti in
discussione. Il settore dei trasporti è responsabile di un terzo dei
consumi energetici. E se negli ultimi vent'anni si è registrata una
riduzione delle emissioni di anidride solforosa, monossido di carbonio,
benzene e piombo, tra gli inquinanti che continuano ad essere un
problema ci sono il particolato atmosferico (PM10 e PM2.5), l'ozono e il
biossido di azoto (NO2). Colpa in buona parte di un sistema di
trasporto vecchio e inefficiente.
Anche perché in Italia
l'indice di motorizzazione è il più alto d'Europa (se si esclude il
Lussemburgo): 36 milioni d'auto, pari al 17% del parco circolante in
Europa, a fronte di una popolazione che è solo il 7% circa di quella
europea. Questo record produce una congestione nel traffico che ci costa
l'1 per cento del Pil. Soldi che - osserva il ministro dell'Ambiente
Corrado Clini - potrebbero essere spesi meglio avviando una crescita
verde nel nostro Paese e rilanciando l'occupazione: "La green economy è
una linea di tendenza che si sta affermando a livello globale. Ma
l'Italia ha qualche carta in più e se riesce a giocarla bene può
utilizzare questa occasione per recuperare terreno in campo economico".
Nel
settore del trasporto pubblico la base di partenza è impegnativa: la
nostra dotazione di infrastrutture è, in confronto ad altri grandi paesi
europei, risibile: le sole linee di metropolitana di Berlino sono
superiori a quelle di tutte le città italiane. Oggi il rapporto tra
trasporto pubblico e trasporto privato a Roma è 28 a 72 mentre a Londra
è 50,1 contro 49,9, a Parigi 63,6 contro 36,4, a Berlino 66 contro 44, a
Barcellona 67 contro 32. Puntare sul rilancio delle corsie
preferenziali, dei parcheggi di scambio, delle piste ciclabili, delle
reti pedonali significa dare all'economia una forte spinta anticiclica
che, aumentando l'efficienza del sistema, produrrebbe effetti benefici
di lungo periodo.
Ci sono poi due settori innovativi in cui
l'Italia può dare un contributo particolare. Il primo è legato ai
biocarburanti, che costituiscono un pilastro della strategia europea per
la riduzione delle emissioni di gas serra nei trasporti. I
biocarburanti risultano particolarmente attraenti per quei settori che
hanno scarse possibilità di puntare in maniera decisa sulla
elettrificazione, come il trasporto aereo, navale e quello basato sui
veicoli pesanti. In questo campo l'Italia ha buone chances anche sul
piano dei brevetti per i biocombustibili di seconda generazione, quelli
che estraggono energia dalla cellulosa riutilizzando gli scarti del
ciclo agro industriale.
Il secondo asse di sviluppo strategico
sono i veicoli elettrici che, secondo le previsioni dell'EEA,
arriveranno in Italia al 18% del parco auto nazionale al 2030. E' una
crescita che potrà consentire di abbattere lo smog urbano e di
utilizzare la nuova capacità di offerta elettrica prodotta dal boom
dell'energia pulita. L'abbinata tra elettrificazione del trasporto e
aumento delle fonti rinnovabili è considerata infatti essenziale: i
vantaggi dell'auto elettrica con un mix di produzione ad alto impatto
serra sarebbero assai limitati.
"La Conferenza Rio+20", spiega
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e
del comitato organizzatore degli Stati generali, "ha alimentato la
spinta internazionale per lo sviluppo di una green economy. La crescente
consapevolezza ambientale apre spazi di mercato per consumi e
produzioni ad elevata qualità ecologica. E l'Italia, grazie al dinamismo
delle sue Pmi e alla forza del marchio made in Italy legato alla
bellezza e alla qualità, può utilizzare le chiavi della green economy
per aprire le porte a una nuova prospettiva di sviluppo".
di ANTONIO CIANCIULLO
Fonte : Reppubblica
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