NON solo i farmers market, i mercati degli agricoltori dove
acquistare prodotti a chilometro zero direttamente da chi li produce
(in Lombardia sono già un centinaio, di cui quarantacinque tra Milanoe
provincia) ma anche gli spacci nelle cascine sono molto apprezzati dai
consumatori, sempre più convinti, con la spesa sul campo, di portare in
tavola cibo buono e sano spendendo meno. La vendita diretta nelle
aziende agricole ha avuto un vero e proprio boom, e gli spacci
aziendali sono passati da 73 a 372 in poco più di un anno, fa sapere la
Coldiretti Lombardia: un incremento del 500 per cento. Che si
inserisce dentro il progetto Campagna Amica, la struttura su cui
Coldiretti sta costruendo la filiera agricola italiana con il sistema
della vendita senza intermediari. E che si serve, per raggiungere lo
scopo, della espansione dei mercati dei contadini, degli spacci all'
interno dei luoghi di produzione e delle "botteghe di Campagna Amica"
(per ora solo quattro in Lombardia, a Legnano, Parabiago, Cremona e
Biassono), negozi in cui gruppi di produttori si mettono insieme in
modo da offrire ai clienti più scelta e ottimizzare i tempi di
acquisto. Un successo dovuto anche «alla nostra sensibilizzazione per
spingere i coltivatori a vendere in maniera diretta, in modo da
arrivare più vicino al consumatoree tagliare la filiera- spiega Andrea
Repossini, responsabile di Campagna Amica della Coldiretti di Milano e
Lodi - . A chi compera si cerca di dare un prodotto di qualità al
prezzo giusto, a chi vende di aumentare la redditività di ciò che
produce, senza che questa venga decurtata da tuttii passaggi interni
alla filiera, che lasciano nelle tasche dei coltivatori solo briciole.
La forte espansione è iniziata due anni fa e oggi la rete, sia dei
mercati che degli spacci, sta diventando sempre più capillare». Carne,
latte, formaggi, salumi, miele, vino, pollame, uova, marmellate, riso,
frutta e verdura - fino a cose molto particolari come la birra cruda o
le lumache - sono, per esempio, i prodotti offerti negli spacci di
Milano e provincia, ora una quarantina (l' elenco sul sito
lombardia.coldiretti.it). Ma centodieci spacci sono in attesa di essere
accreditati. Per ottenere il logo Campagna Amica è necessario essere
una vera azienda agricola, che coltivae tratta ciò che poi vendee
«accettare una serie di controlli da parte nostra - dice ancora
Repossini - che accertino la provenienza locale e la corretta
produzione del prodotto». Ferdinando Cornalba, di Cascina Nesporedo a
Locate Triulzi, è un veterano della vendita diretta, oggi così diffusa,
e naturalmente è stato il primo ad entrare nella rete Campagna Amica.
«Abbiamo cominciato nel 1985 con la carne e il riso, venticinque anni
fa» racconta. E ci tiene a dire che «dalla fiala di fecondazione alla
bistecca tutto viene rigorosamente fatto all' interno dell' azienda,
compresa la macellazione, la trasformazione, la vendita. Siamo stati i
primi a mettere il self service per il latte fresco, appena munto. Ma
visto che i miei clienti mi chiedevano altri prodotti oltre a carne,
riso, latte e miele, e che io certo non posso produrre tutto, ho
organizzato un sistema di collaborazione infraziendale, un interscambio
tra aziende. Io ti do la carne, tu mi dai la birra o il vino o l'
olio. Vendo il prodotto di un' altra azienda che fa filiera corta come
me, e loro vendono il mio». La sua inventiva è andata anche oltre. Ha
messo delle videocamere nelle stalle e ha pianificato l' adozione a
distanza. «Con minimo 50 euro - spiega - si può avere il certificato
di adozione. Su Internet il cliente può seguire ciò che accade nelle
stalle, come vengono trattati gli animali. Un mese dopo può fare i suoi
acquisti. L' importo viene scalato, ma con un 10 per cento in più».
ANNA CIRILLO
Reppubblica
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