lunedì 3 giugno 2013

Prodotti contraffatti, cosa mangiamo davvero?

Abbiamo i prodotti alimentari migliori al mondo in Italia, ma possiamo stare tranquilli riguardo a ciò che c'è nel nostro piatto? E all'estero, il cibo italiano è davvero italiano?
Mozzarelle di bufala prodotte con latte scadente, olio d'oliva prodotto con olive non italiane e deodorato, pesce conservato con metodi non sicuri, vino e altri prodotti di dubbia provenienza importati e marchiati come Doc italiano... alterazioni e contraffazioni talvolta on prive di fantasia... sostanzialmente truffe e pericoli per la nostra salute, cosa fare?


Nello scorso anno sono stati sequestrati 24 milioni di chili di prodotti alimentari alterati o contraffatti, in particolare prodotti tipicamente italiani e conosciuti nel mondo per l'alta qualità delle nostre produzioni. Ogni anno, Legambiente e il Movimento difesa Controlli sugli alimenti contraffattidel cittadino redigono un rapporto sulla sicurezza alimentare chiamato “Italia a tavola”, in cui analizzano tutti i problemi legati alla contraffazione e all'alterazione di prodotti alimentari che le forze dell'ordine hanno rilevato nell'ambito di programmi di indagine nell'anno precedente . Una varietà sempre più grande di prodotti vengono controllati e sequestrati da opera di Agenzie di Dogana, Capitanerie di porto e nuclei vari ci Carabinieri, Polizia, Forestali e così via. Di anno in anno, si amplia la gamma delle alterazioni illegali o delle contraffazioni di una varietà sempre più ampia di prodotti. E la fantasia non manca...

Italia al top per prodotti imitati
Come gli anni precedenti, l'Italia si conferma la prima Nazione europea per segnalazioni di contraffazioni e alterazioni alla Commissione Europea, il 14.8 % sul totale, seguita dal Regno Unito e Germania. Questo non significa necessariamente che da noi le frodi alimentari siano più frequenti, su questo numero influisce soprattutto l'abbondanza dei prodotti di qualità che vengono dall'Italia. Oltre 1000 sono infatti i prodotti italiani iscritti nei registri DOP (denominazione di origine protetta), STG (specialità tradizionale garantita) e IGP (indicazione geografica protetta) in Europa, e il fatturato al consumo delle denominazioni di origine italiana si aggira sui 10 miliardi di euro. E' compito dell'Agenzia delle Dogane controllare in tempo reale le merci sulla base dei documenti e delle certificazioni presentate ed analizzando i vari elementi (provenienza e qualità della merce, tipo di operatore che la gestisce e suoi eventuali precedenti).

Esistono quattro tipi di controllo su altrettante possibili contraffazioni:
- prodotti ordinari certificati come biologici
prodotti contraffatti con falsi marchi di qualità garantita
- assenza di tracciabilità
- condizioni igieniche o di conservazione dubbie
Bisogna anche distinguere tra l'agropirateria, cioè la contraffazione vera e propria, illecito perseguibile penalmente, e l'italian sounding che è un gran bel business che si muove tra le maglie della legge. All'estero impazza l'italian sounding: nomi storpiati, difficilmente riconoscibili per un non italiano poco attento, come “buffala mozzarella” o simili, che nascondono un prodotto ben diverso dall'originale per qualità, provenienza e spesso prezzo. Sia per le mozzarelle che per gli altri prodotti, tutto ciò può costituire un potenziale rischio per la salute dei consumatori o, in ogni caso, una truffa a danno della qualità, così come un danno per i produttori in regola e sicuramente per l'immagine dell'Italia all'estero. L'Italian sounding negli Usa va forte e tre prodotti su quattro vengono spacciati per italiani, ma sono solo imitazioni!

Ad essere colpiti, insieme al prosciutto di Parma, sono i prodotti più rappresentativi dell'identità alimentare: dal Parma salami del Messico al Parmesao del Brasile fino al Parmesan diffuso praticamente in tutto il mondo, che in Brasile è Parmesao, in Argentina il Regianito, nel Sudamerica, in generale, il Parmesano, in Cina, il Parmeson... E poi i pomodori San Marzano coltivati in Usa, lo Spicy Thai Pesto statunitense, l'olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna, il Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa mortadela siciliana dal Brasile, un salami calabrese prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Ma non mancano le penne Napolita prodotte nel Lancashire, i fusilli Di Peppino confezionati in Austria, e poi il Brunetto, Napoli Tomato, il Caffè Mario... Vediamo uno ad uno i problemi che possono presentare i prodotti dell'eccellenza enogastronomica italiana.

Fonte : http://www.informagiovani-italia.com

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