La chiave per prevenire Alzheimer, demenza e altre malattie a carico di memoria e cervello, non sta nei farmaci ma nella dieta mediterranea.
Lo sostengono dei medici inglesi che hanno scritto una lettera aperta a Jeremy Hunt, segretario alla Salute del Regno Unito. Lo scopo è quello di sensibilizzare i politici ma anche l’opinione pubblica sull’importanza di sostenere non solo la cura e il trattamento di coloro che già sono affetti da queste malattie ma anche di investire sul futuro, dunque sulla prevenzione.
Gli esperti invitano a mangiare più pesce, verdura, frutta fresca, noci, olio d’olivapiuttosto che ricorrere a farmaci. Questa è a loro detta “probabilmente la migliore strategia attualmente disponibile” e sostengono che alcune “prove convincenti” sono state fino ad oggi ignorate. Si riferiscono a diversi studi, i cui risultati non sono stati ancora presi nella giusta considerazione.
Nella lettera, firmata tra gli altri dalla dottoressa Chiara Gerada, ex presidente del Royal College of General Practitioners, e il dottor David Haslam, presidente del National Obesity Forum, si legge: “Speriamo che questa crisi possa esser vista come un'opportunità verso un cambiamento di politica vera e propria, vale a dire verso una dieta mediterranea, piuttosto che verso i dubbi benefici della maggior parte dei farmaci”.
Un punto molto importante su cui si focalizzano i medici è il fatto che, cambiare in meglio il proprio stile di vita partendo da un’alimentazione più corretta, ha certamente un effetto benefico maggiore rispetto ai farmaci sulla crescente ondata di malattie degenerative che si sta vivendo negli ultimi anni. “Noi vogliamo puntare l’attenzione sulla prevenzione. Educare tutte le generazioni, compresi i nostri figli, all'importanza di una buona dieta di mantenimento della salute in età avanzata. E’ un progetto che richiederà anni, ma è assolutamente essenziale”.
La lettera, e non è un caso, arriva poco prima dell’11 dicembre quando è in programma il “G8 dementia summit” che si svolgerà a Londra e che si propone proprio di sviluppare azioni globali per arginare il diffondersi delle varie patologie degenerative cerebrali. E’ grande l’aspettativa tra gli stessi medici inglesi: “Il vertice del G8 offrirà un'occasione unica per fare progressi reali, e raddoppiare gli sforzi internazionali per trovare trattamenti e cure per la demenza efficaci” ha dichiarato il cardiologo Aseem Malhotra.
Francesca Biagioli
Fonte Green Me
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