Una ricerca dimostra che frutta e verdura a Km0 non solo sono più rispettose dell’ambiente ma tendono a durare di più.
Che sia la crisi, che sia una maggiore attenzione degli italiani verso la genuinità dei prodotti locali o verso l’ambiente in genere, il 2012 ha comunque rappresentato il boom della vendita dei prodotti a Km0 tramite i punti di vendita diretta di Campagna Amica della Coldiretti, cui hanno aderito poco meno di 5000 aziende agricole 877 agriturismi, 1.105 mercati, 178 botteghe ai quali si aggiungono 131 ristoranti e 109 orti urbani, per un totale di quasi settemila punti vendita. Lo sviluppo di questa rete capillare, alternativa ai classici luoghi del consumo, ha favorito un decisivoriavvicinamento degli italiani ai prodotti freschi locali. Un riavvicinamento che rappresenta una buona pratica dalle molteplici ricadute.
Un rafforzamento della cucina basata sulla stagionalità e sul consumo di prodotti locali è un chiaro toccasana per tutto il settore agroalimentare che non si è convertito alla produzione massiva, ma che ha invece mantenuto le tradizioni ed i sapori su cui così tanto si basa la nostra cucina.
Un rafforzamento della cucina basata sulla stagionalità e sul consumo di prodotti locali è un chiaro toccasana per tutto il settore agroalimentare che non si è convertito alla produzione massiva, ma che ha invece mantenuto le tradizioni ed i sapori su cui così tanto si basa la nostra cucina.
Lo studio realizzato in collaborazione da Coldiretti e SWG certifica un approccio molto più oculato degli italiani con la spesa. Due italiani su tre (65%), infatti, avrebbero ridotto o annullatolo spreco di cibo per effetto della crisi, sia facendo la spesa in modo più oculato, il 59% utilizzando quello che avanza per il pasto successivo, il 40% riducendo le dosi acquistate e il 38% guardando con più attenzione alla data di scadenza. La necessità di far meglio quadrare i conti sembra quindi aver ricalibrato il rapporto degli italiani con la spesa, restituendo, tra l’altro, valore a quei piatti della tradizione votati a recuperare gli scarti del giorno prima (la frittata di pasta, i canederli, la ribollita o la macedonia).
A tutto ciò basta aggiungere una variabile molto significativa che fa dei prodotti a Km0 i compagni ideali da avere nella propria cucina. Ebbene questi arrivano a durare una settimana in più rispetto a quelli importati. L’assenza di additivi chimici e l’assenza di lunghi trasporti permettono a tali prodotti di arrivare sulle nostre tavole portando una freschezza che non appartiene ai prodotti della grande distribuzione.
Se, una delle motivazioni principali che sta spingendo gli italiani a rivolgersi al Km0 è rappresentata dalla congiuntura economica sfavorevole, è anche vero che questa “forzatura” sta mettendo le basi per un tenore di vita decisamente più in armonia con il contesto ambientale che viviamo quotidianamente. I prodotti a Km0 non rappresentano solo l’espressione delle tradizioni locali ma anche una scelta tutta a favore dell’ambiente. Scegliere il Km0, infatti, premia quei prodotti che abbattono fortemente le emissioni di CO2, per non parlare dell’annullamento delle conseguenze che si portano dietro tutti quei prodotti nutriti a forza di prodotti chimici.

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