venerdì 3 luglio 2015

Gli integratori multivitaminici riducono i rischi del cancro. E' provato

Le vitamine riducono dell'8% il rischio di ammalarsi di tumore.


Non troppo tempo fa, è vero, avevamo scritto di quanto il tema degli integratori alimentari fosse controverso. Questa volta però a intervenire rilasciando un importante dichiarazione è niente di meno che il mondo della scienza e della sanità. In uno studio promosso dall'Istituto Nazionale di Sanità Americano, presentato nel corso di "Pianeta Nutrizione & Integrazione". Questo evento è, probabilmente, il principale incontro di aggiornamento e formazione nel campo della corretta nutrizione. E' andato in scena a Parma dal 16 allo scorso 18 maggio.
A prendere la parola, illuminandoci sul mondo degli integratori, è stato Howard Sesso: "più di metà della popolazione statunitense americana assume un integratore alimentare e tra questi quelli multivitaminici sono quelli più diffusi". Lo studioso dell'Havard Medical School Brigham and Women's Hospital di Boston, è uno dei principali autori del Phs II che a Parma è stato presentato alla comunità italiana. "Nessuno fino ad oggi - spiega il professore - aveva mai studiato gli effetti sulla salute delle vitamine legate ad un loro impegno costante e continuativo nel tempo".
Uno studio, questo, durato la bellezza di 14 anni che è stato capace di valutare in modo più corretto l'impatto dell'integrazione multivitaminica nella prevenzione primaria di alcune gravi patologie croniche. Quello che è emerso è senza dubbio sorprendente. Le evidenze più positive infatti hanno dato delle risposte piuttosto significative rispetto ad una delle peggiori malattie di questo tempo: il cancro. Sembrerebbe, infatti, che chi assume integratori multivitaminici abbia una minore percentuale di poter contrarre questa grave patologia. "Nei soggetti che prendono questi integratori multivitaminici - ha spiegato ancora Howard Sesso - la riduzione di ridurre il tumore è dell'8%". Lo studio è stato sottoposto su due gruppi di persone: uno che assumeva appunto gli integratori ed uno trattato con placebo.
Una scoperta che potrebbe avere il suo positivo peso nel corso della ricerca medica. Uno progetto, inoltre, effettuato da un'equipe di persone non certo limitata. Sono stati infatti oltre 14.000 i medici, di età superiore ai 50 anni, che hanno assunto giornalmente, dal 1997 al 2011, un integratore alimentare multivitaminico e multiminerale della Pfizer Consumer Healthcare.
L'arco di tempo e il campione di ricerca fanno pensare che lo studio sia altamente verosimile e la capacità che possa essere stato eseguito in modo errato è limitatissima. Detto questo però, come lo stesso convegno "Pianeta Nutrizione & Integrazione" ha ricordato, la percentuale degli italiani che assume nella propria dieta fibre, acido folico, omega 3, ferro, calcio e soprattutto vitamine è pari al 25% della popolazione. I multivitaminici, è doveroso ricordarlo, non possono sostituire la possibilità di assumere quotidianamente frutta e verdura. La prima rivoluzione, quindi, è quella di incrementare questi alimenti all'interno dei propri pasti.
"Un integratore - come dichiarato da Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale - è un alleato". Gli alleati, lo insegna la storia, vengono in soccorso solo in situazioni di difficoltà. L'obiettivo: provare a non averne mai bisogno.
Alessandro Ribaldi

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