Rete GAS Puglia in collaborazione con altre associazioni insieme per un progetto di trasparenza, di democrazia, sulla distribuzione e l’accesso al cibo. Così vogliamo sintetizzare la nostra proposta di rete gruppi d’acquisto. Rete GAS Puglia vuole proporre una nuova realtà che vuole costruire, in rete, percorsi di lunga scadenza, dove l’autoriproduzione e l’autorganizzazione di altri gruppi può diventare momento di pressione che fa sentire il fiato sul collo alla Grande Distribuzione Organizzata che decide cosa dobbiamo mangiare, a che prezzo ed anche quando! Non è da noi pensare, in questo tempo caotico e velocissimo di globalizzazione, la possibilità di costruire alternativa alla G.D.O. o alle transnazionali, ma vogliamo avere la possibilità di ritagliarci spazi, tempi e vita diversi.
Una verità che ci permette di realizzare un progetto dove cittadini/consumatori e cittadini/agricoltori si incontrano e creano un sistema di scambio di prodotti, dove le basi dell’accordo sono che il cittadino/consumatore trova dei prodotti di qualità e freschezza, non avvelenati chimicamente e ad un prezzo inferiore a quello del supermercato, e il cittadino/agricoltore trova un reddito maggiore di quello percepito attraverso la G.D.O.. Così nel gusto e nella sicurezza del prodotto viene riconosciuta l’etica, la passione e tradizione per le proprie colture, la funzione di presidio territoriale, il rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente, della salute in genere.
l Gruppo d’Acquisto ha obiettivi comuni: soddisfare il bisogno alimentare e, valutando non solo l’aspetto economico che rimane importantissimo, anche la salvaguardia della nostra salute e dell’ambiente.
Il cibo che vogliamo deve far conoscere chi sono tutti gli attori della sua produzione: dal produttore al trasformatore; il "prodotto" cibo deve dichiarare da quale territorio proviene; deve dichiarare quali sono stati gli accorgimenti che ha subito. Il gruppo d’acquisto in possesso di queste informazioni partecipa e condivide la produzione stessa. Il cittadino/consumatore diventa attore della stessa filiera produttiva, non solo controllore, che può denunciare le malefatte, ma partecipe di un progetto collettivo: dal seme alla tavola, rendere accessibile un cibo sano e di qualità a tutti.
Il gruppo di acquisto, come momento di aggregazione e di solidarietà, diventa occasione di scambio culturale, di informazione, di organizzazione di eventi, di comunicazione sociale, di diffusione di pratiche di consumo critiche e ragionate.
Il gruppo favorisce lo sviluppo comune di una mentalità di consumo responsabile e critico, attento ai bisogni reali e non succube dei bisogni indotti dalle politiche di marketing; il gruppo, lasciando totale autonomia al singolo partecipante, aiuta a decidere i propri consumi e quindi le proprie spese.
Il ciclo corto agricoltore/cittadino-consumatore/cittadino consente un mutuo vantaggio tra le parti: prevedendo l’eliminazione di diversi passaggi di distribuzione e relativi costi si effettua un risparmio consistente che viene distribuito con equità tra il cittadino, nella forma di risparmio concreto, ed il contadino come una quota di reddito aggiuntivo a riconoscimento della qualità complessiva del suo lavoro e del prodotto.
Nella pratica degli acquisti collettivi, inoltre, si risparmia anche su quei prodotti espressione di razze animali e specie vegetali di altissima eccellenza qualitativa. Infatti, oltre che il quantitativo come elemento di determinazione di un prezzo vantaggioso, l’esclusione di intermediari determina un prezzo accessibile a tutti. Gusto e salute non sono un lusso d’elite ma elementi fondanti del gruppo d’acquisto.
Con lo strumento degli acquisti collettivi è possibile fornire una possibilità di sbocco alle produzioni di molti piccoli produttori che, anche se organizzati, sono volutamente esclusi dai supermercati, che per la loro strategia preferiscono sempre più come fornitori aziende medio-grandi.
*I produttori piccoli sono, normalmente, ad elevata intensità di mano d'opera (ore di lavoro utilizzate per un prodotto), rispetto alle aziende grandi che sono per lo più ad elevata intensità di capitale (quota di finanziamenti utilizzata per un prodotto). La scelta dei primi rispetto ai secondi è quindi uno strumento importante per creare occupazione, ovvero per fare in modo che i soldi che spendiamo servano a pagare in misura maggiore chi ha lavorato rispetto alle banche o agli azionisti.
*Questo processo di filiera "dal campo alla tavola" è un modo per contare rispetto all'economia globale e quindi limitare gli effetti speculativi della cattiva globalizzazione. In questo processo si valorizzano le varietà vegetali e le razze animali, così come le tradizioni alimentari locali, minacciate dalle egemonie monoculturali. I Gruppi di Acquisto costituiscono, quindi, anche una pratica concreta di alternativa economica e culturale.
Michele Uva
* fonte : peacelink
Una verità che ci permette di realizzare un progetto dove cittadini/consumatori e cittadini/agricoltori si incontrano e creano un sistema di scambio di prodotti, dove le basi dell’accordo sono che il cittadino/consumatore trova dei prodotti di qualità e freschezza, non avvelenati chimicamente e ad un prezzo inferiore a quello del supermercato, e il cittadino/agricoltore trova un reddito maggiore di quello percepito attraverso la G.D.O.. Così nel gusto e nella sicurezza del prodotto viene riconosciuta l’etica, la passione e tradizione per le proprie colture, la funzione di presidio territoriale, il rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente, della salute in genere.
l Gruppo d’Acquisto ha obiettivi comuni: soddisfare il bisogno alimentare e, valutando non solo l’aspetto economico che rimane importantissimo, anche la salvaguardia della nostra salute e dell’ambiente.
Il cibo che vogliamo deve far conoscere chi sono tutti gli attori della sua produzione: dal produttore al trasformatore; il "prodotto" cibo deve dichiarare da quale territorio proviene; deve dichiarare quali sono stati gli accorgimenti che ha subito. Il gruppo d’acquisto in possesso di queste informazioni partecipa e condivide la produzione stessa. Il cittadino/consumatore diventa attore della stessa filiera produttiva, non solo controllore, che può denunciare le malefatte, ma partecipe di un progetto collettivo: dal seme alla tavola, rendere accessibile un cibo sano e di qualità a tutti.
Il gruppo di acquisto, come momento di aggregazione e di solidarietà, diventa occasione di scambio culturale, di informazione, di organizzazione di eventi, di comunicazione sociale, di diffusione di pratiche di consumo critiche e ragionate.
Il gruppo favorisce lo sviluppo comune di una mentalità di consumo responsabile e critico, attento ai bisogni reali e non succube dei bisogni indotti dalle politiche di marketing; il gruppo, lasciando totale autonomia al singolo partecipante, aiuta a decidere i propri consumi e quindi le proprie spese.
Il ciclo corto agricoltore/cittadino-consumatore/cittadino consente un mutuo vantaggio tra le parti: prevedendo l’eliminazione di diversi passaggi di distribuzione e relativi costi si effettua un risparmio consistente che viene distribuito con equità tra il cittadino, nella forma di risparmio concreto, ed il contadino come una quota di reddito aggiuntivo a riconoscimento della qualità complessiva del suo lavoro e del prodotto.
Nella pratica degli acquisti collettivi, inoltre, si risparmia anche su quei prodotti espressione di razze animali e specie vegetali di altissima eccellenza qualitativa. Infatti, oltre che il quantitativo come elemento di determinazione di un prezzo vantaggioso, l’esclusione di intermediari determina un prezzo accessibile a tutti. Gusto e salute non sono un lusso d’elite ma elementi fondanti del gruppo d’acquisto.
Con lo strumento degli acquisti collettivi è possibile fornire una possibilità di sbocco alle produzioni di molti piccoli produttori che, anche se organizzati, sono volutamente esclusi dai supermercati, che per la loro strategia preferiscono sempre più come fornitori aziende medio-grandi.
*I produttori piccoli sono, normalmente, ad elevata intensità di mano d'opera (ore di lavoro utilizzate per un prodotto), rispetto alle aziende grandi che sono per lo più ad elevata intensità di capitale (quota di finanziamenti utilizzata per un prodotto). La scelta dei primi rispetto ai secondi è quindi uno strumento importante per creare occupazione, ovvero per fare in modo che i soldi che spendiamo servano a pagare in misura maggiore chi ha lavorato rispetto alle banche o agli azionisti.
*Questo processo di filiera "dal campo alla tavola" è un modo per contare rispetto all'economia globale e quindi limitare gli effetti speculativi della cattiva globalizzazione. In questo processo si valorizzano le varietà vegetali e le razze animali, così come le tradizioni alimentari locali, minacciate dalle egemonie monoculturali. I Gruppi di Acquisto costituiscono, quindi, anche una pratica concreta di alternativa economica e culturale.
Michele Uva
* fonte : peacelink
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