martedì 5 giugno 2012

Gruppi di acquisto solidale, i pesticidi nella spesa bio

Altroconsumo ha fotografato il settore del biologico attraverso una prova d’acquisto (e consumo) solidale: carne, frutta e verdura, formaggi freschi comprati da oltre 30 aziende che riforniscono i principali gruppi di acquisto solidale di Milano e Roma, prodotti che sono stati analizzati in cucina ma anche attraverso test di laboratorio. E, dice il Corriere della Sera (che pubblica questa infografica), ci ha trovato dentro una brutta sorpresa.

La prima cattiva sorpresa è che nella maggior parte dei casi la merce viene venduta come bio, salvo poi non trovare alcun riscontro di questo tipo in etichetta: «Perché — spiega Franca Braga, responsabile Alimentazione e Salute dell’associazione — non tutte le fasi della filiera ma solo alcune (come l’alimentazione dei bovini) seguono i parametri previsti dalla legge per ottenere la relativa certificazione». Prendiamo poi il simbolo dell’acquisto- gas: la cassetta da cinque chili di frutta e verdura. «Fa risparmiare oltre il 20% rispetto a un negozio bio». Ma quel risparmio nulla toglie alla qualità? «In tre casi su nove l’uva bio esaminata ha presentato tracce di pesticidi non ammessi — rivela Altroconsumo —: alle tre aziende, una di Milano e due di Roma, è stato dato un giudizio pessimo». Non solo: «La qualità di frutta e verdura nel complesso è risultata poco più che soddisfacente». E ancora: «Eccessivi i quantitativi di scarto: per colpa della scarsa pulizia o per il cattivo stato di conservazione ». I formaggi, poi, quelli freschi come crescenza e primo sale che possono avere maggiori problemi igienici: «Due su otto sono risultati fuori norma—dicono da Altroconsumo —: in uno venduto aMilano sono state trovate quantità elevate di un batterio che indica scarsa igiene (molto probabilmente è stato usato latte crudo). In un altro di Roma erano presenti valori elevati di aflatossine, sostanze potenzialmente cancerogene derivanti dai mangimi». La scadenza invece: «Per il formaggio fresco è di 15 giorni, ma consigliano di consumarlo prima». La carne Gas ha un costo simile a quella non-bio: «Settanta euro per cinque chili invece di 69».
Non male come sorpresa, no?

fonte :  www.giornalettismo.com

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog