lunedì 25 giugno 2012

PRODOTTI CHE VIAGGIANO MOLTO. INTENSIFICARE IL KM 0

Ciò che viene prodotto vicino a casa non deve essere trasportato per lunghe distanze, per arrivare sulle nostre tavole come, invece, accade solitamente al cibo proveniente dalla produzione industriale: dai pochi e grandi stabilimenti posti sul territorio nazionale il cibo viene distribuito per migliaia di chilometri, con appropriati imballaggi che proteggano il prodotto, su camion e aerei costantemente refrigerati per conservare le proprietà nutrizionali degli alimenti.  Quando accompagnate i vostri genitori a fare la spesa e andate al supermercato, tutti i cibi sono impacchettati in vaschette di plastica ermeticamente sigillate da pellicole, o sono confezionati in grossi contenitori a loro volta suddivisi in piccoli pacchettini di plastica mono-dose.

n Puglia, la Rete GAS Puglia da un paio di anni e  Coldiretti da più tampo stann cercando di favorire questi meccanismi, promuovendo il cibo a Km zero.
In questa direzione sta andando anche la normativa italiana: nel 2008 è entrato in vigore il decreto (Gazzetta Ufficiale n.301 del 29 dicembre 2007) che rende possibile in tutti i Comuni di avviare mercati gestiti dagli agricoltori locali anche in zone centrali delle città e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile.
Inoltre, con i continui picchi di prezzi della benzina, è arrivata in Italia la prima “legge del km zero”, una legge regionale a sostegno dei cibi a chilometro zero, che sancisce la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione, per combattere i rincari dovuti all'aumento del costo dei trasporti e per ridurre l'impatto sul clima provocato dall'emissione di gas serra da parte dei mezzi di trasporto.
Il Consiglio regionale della Puglia sta discutendo una legge sui GAS promossa dalla Rete GAS Puglia , infatti, presumibilmente verrà emanata con un sostegno trasversale .  Il responsabile di Rete GAS Puglia Michele Uva commenta così : "Mangiare a “chilometri zero” significa, infatti, risparmiare e preferire cibi locali e di stagione che non subiscono troppe intermediazioni e che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. Pensate che in Italia l'86% dei trasporti avviene ancora su gomma e che i costi della logistica arrivano ad incidere per addirittura un terzo del prezzo di frutta e verdura!
Inoltre, le produzioni locali creano un mercato basato sulla distribuzione di piccole quantità di cibo, in rapporto alle loro stesse capacità produttive: questo fa sì che le quantità prodotte corrispondano quasi sempre alla richiesta locale, a differenza di quanto accade nella produzione industriale e nella GDO, dove abbonda il cibo di scarto."

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