Era una delle missioni dichiarate della “Puglia migliore” che Nichi
Vendola aveva in mente e in effetti gli obiettivi sono stati
rispettati.Nel bene e nel male. La Puglia, nel bene è nel male, è tra le
prime regioni in Italia per lo sviluppo
di solare fotovoltaico – 1.906 megawatt installati – e eolico – 1.397
megawatt: sono infatti oltre 20mila gli impianti di piccole e grandi
dimensioni eolici, solari, idroelettrici e da biomasse distribuiti nei
comuni pugliesi, da Chieuti a Santa Maria di Leuca.
Sono alcuni dati contenuti nel rapporto della prima edizione di “Comuni rinnovabili Puglia 2011”,
realizzato da Legambiente e presentato questa mattina a Bari.
Importanti – secondo l’associazione ambientalista – sono anche i numeri
della produzione elettrica da fonti pulite che, negli ultimi anni, è
passata da zero al 30 per cento dei fabbisogni complessivi elettrici
regionali. Le diversità delle risorse rinnovabili sul territorio –
spiega il rapporto – viene espressa dai 255 comuni del solare
fotovoltaico, i 110 del solare termico, i 74 dell’eolico, i 15 comuni
delle biomasse e i cinque del mini-idroeletrrico.
In particolare, sono 19mila 711 gli impianti di solare fotovoltaico
diffusi nei 255 comuni pugliesi. In testa alla classifica dei 109 comuni
’100 per cento rinnovabili’ (che producono più energia elettrica di
quella necessaria alle famiglie residenti) c’é Lecce. Il Comune con la
più ampia diffusione di impianti fotovoltaici per numero di abitanti è
invece Galatina con 13mila 223,87 kilowatt ogni 1.000 abitanti, e 37,5
megawatt complessivi distribuiti in 166 impianti. Considerando gli
impianti installati esclusivamente su tetti e coperture, è Molfetta
(Bari) a occupare il primo posto con 144 impianti. In termini assoluti è
Brindisi ad avere la maggiore potenza installata con 259 impianti e 130
megawatt. Quanto al solare termico, per la produzione di acqua calda
sanitaria e riscaldamento, i pannelli sono installati in 110 Comuni, per
un totale di 5mila 999 metri quadri.
Resta da capire come interpretare questi dati. La forte
proliferazione delle energie rinnovabili in Puglia ha infatti qualche
controindicazione: mutamento incisivo del paesaggio, lavoro nero, affari
non sempre trasparenti intorno agli impianti di grossa taglia. Ma,
soprattutto, a un aumento considerevole di energia prodotta da fonti
rinnovabili, non è corrisposto un graduale abbassamento di energia
proveniente dal carbone. Ma questa è un’altra storia.
Leggi il rapporto di Legambiente
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