Il British Medical Journal ha pubblicato uno studio effettuato da
alcuni docenti dell’Università di Firenze in collaborazione col polo
ospedaliero Careggi del capoluogo toscano, dove si dimostra il ruolo
straordinario che la dieta mediterranea assume per la salute del nostro
organismo.
La dieta mediterranea è innanzitutto una modalità, un modo di
alimentarsi. È estremamente equilibrata perché tiene conto di due
fattori molto importanti: in primo luogo l’utilizzo di tutti i prodotti
bacino del Mediterraneo, che garantisce una ricchezza nutritiva elevata e
d’altra parte la sapiente organizzazione con la quale questi prodotti
vengono serviti in tavola. Difatti il vero valore di questa dieta
consiste nell’equilibrio che le è intrinseco.
La famosa “piramide alimentare” rappresenta in modo migliore il
simbolo della sua eccezionalità. Voglio dire che il fatto che essa
comprenda cereali, carboidrati, legumi, frutta, olio e quant’altro, è
senz’altro positivo, ma sostanziali, ai fini di una rendita in salute,
sono le proporzioni in cui questi elementi vengono assunti.
Quali sono queste proporzioni?
Più o meno dev’essere assunto un 55/60% di carboidrati, un 15/20% di
proteine e un 25/30 % di grassi. Chiaramente intendo un’assunzione
quotidiana. È ovvio che se si mangiano semplicemente e solamente la
pasta e il pane, ossia elementi che fanno parte della dieta, ma che non
la completano, non si può parlare di “dieta mediterranea”.
Però un bel piatto di pastasciutta non lo si nega a nessuno, vero?
Assolutamente no, anzi, fa molto bene. Ma mangiare tre etti di pasta
senza assumere il resto degli ingredienti previsti dalla dieta crea
inevitabilmente uno squilibrio nell’organismo. Il problema più grosso
della dieta mediterranea è il fatto che noi non siamo abituati a seguire
un ordine.
Che cosa rende così unica la nostra dieta da un punto di vista medico?
La dieta mediterranea è l’unico esempio di dieta mondiale in cui è
garantito tutto quanto serve all’organismo. È l’unica che riesce ad
assicurare il fabbisogno di sali minerali o vitamine per esempio.
Proprio grazie alle proporzioni di cui ho parlato prima, riesce a far sì
che l’organismo funzioni al meglio. Le reazioni biochimiche avvengono
al massimo della loro efficienza, si producono meno radicali liberi,
meno scorie, ci sono meno processi fermentativi a livello intestinale.
Inevitabilmente questo porta a un abbassamento dei rischi mortali. Si
tenga poi conto del fatto che molti singoli prodotti utilizzati in
questa dieta hanno specifiche funzioni protettive nei confronti di
determinate malattie. L’olio di oliva, ad esempio, è un toccasana per le
malattie cardiovascolari, il pomodoro, che è uno dei principali
protagonisti della dieta, è un antitumorale eccezionale perché contiene
il licopene, un antiossidante fortissimo. Senza contare tutta la frutta e
la verdura che fanno parte del bacino mediterraneo. Variando il più
possibile tutti questi prodotti nelle loro funzioni l’organismo può
equilibrarsi al meglio. Invece tutti gli altri schemi alimentari
riescono magari ad essere efficaci per determinate situazioni, per
esempio ci sono diete iperproteiche che possono far dimagrire
moltissimo, le quali eliminano completamente però altri particolari e
preziosi alimenti. E quindi non possono essere protratte a lungo senza
correre qualche rischio.
Proprio a questo proposito un’ultima domanda: esistono diete paragonabili a livello qualitativo?
Non vorrei passare per campanilista, ma direi di no. Personalmente mi
sono studiato un po’ tutte le diverse tipologie di diete alimentari: la
macrobiotica, la vegetariana, l’iperproteica e quelle derivanti dalla
cultura americana. Tirando le somme direi che il mio giudizio ultimo è
che non ci sono alimentazioni altrettanto valide.
Questo perché tutte le altre diete partono dal presupposto
di demonizzare qualche alimento e eliminarlo completamente, come
nel caso citato delle iperproteiche. Invece è l’ordine che ci
riesce a dare il massimo del risultato e dell’equilibrio.
Un ultimo esempio: preparando diete per atleti coi quali lavoro mi
sono reso conto che ora come ora va molto di moda la “dieta a zona”
la quale è però fortemente ipocalorica e molto difficile da seguire
correttamente.
È comunque una soluzione che elimina di netto la maggior parte dei
cereali che rappresentano un patrimonio alimentare importantissimo.
Mentre molti atleti dalle ottime performance seguono tranquillamente la nostra dosandone correttamente gli ingredienti.
Dott. Luca Napoli
Fonte : www.megliomangimegliostai.it
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