mercoledì 8 luglio 2015

L'ecodilemma: ecologica digitale o libri e giornali di carta?

Con la diffusione dei vari E-reader, E-book, KindleE-ink flessibili (quotidiani elettronici), e conl’ultima creatura della Apple, l’I-Pad, siamo quasi arrivati al punto di non ritorno per quanto riguarda la lettura dei nostri libri o giornali cartacei. E' davvero così? E se sì, cosa ne pensa l'ambiente in termini di risparmio energetico?
L’approdo di tutti questi oggetti sul mercato dimostra quanto sia vicina la pensione per i tradizionali libri o giornali di carta. E molti si cominciano ad interrogare sul destino della carta, combattuti tra l’aspetto positivo del risparmio cartaceo, che permetterebbe di evitare l’abbattimento di alberi che oggi viene effettuato in maniera industriale, e la nostalgica sensazione della carta al tatto oltre che del possesso fisico del nostro libro o quotidiano preferito.
Esattamente come è successo recentemente per le fotografie e una decina di anni fa per la musica i libri e i giornali stanno passando al digitale. Mentre però per la musica (non per le case discografiche) il passaggio è stato indolore (forse anche a causa dei numerosi cambiamenti dei supporti sul quale era possibile ascoltarla nel corso della storia), per le case editrici ma soprattutto per il lettori il passaggio al digitale potrebbe rivelarsi traumatico.
Non esisterebbe più la possibilità di toccare i libri, di avere una biblioteca, di rendere questi oggetti nostri. Oggi infatti apparecchi elettronici permettono di acquistare e scaricare online libri e giornali, e permettono di avere una biblioteca o un archivio pressoché illimitato, tutto al loro interno.
E’ quindi lecito domandarsi: è di questa comodità che abbiamo bisogno? Possiamo già immaginare l’ipotetico giorno in cui il cartaceo andrà definitivamente in pensione, una massa di nostalgici della carta in cerca del loro volume esclusivo, del quotidiano che racconta un evento storico, oppure mettere sotto vuoto le riviste di un tempo.
Non c’è però alcun dubbio relativo al positivo impatto che potrebbe avere sull’ambiente il trasferimento su dispositivi elettronici di tutte queste informazioni: l'editoria digitale potrebbe migliorare sensibilmente l'impatto ambientale del settore editoriale.
Grazie a processi di produzione che non prevedono l'impiego di carta si assisterà alla diminuzione del consumo di risorse e di emissioni di co2. I benefici ambientali derivanti dal passaggio al processo di produzione digitale possono essere davvero significativi.
Secondo uno studio dell’Etap (Environmental technologies action plan dll’Ue) nel caso di una newsletter composta da 32 pagine, con una tiratura di 70.000 copie, il passaggio alle pubblicazioni digitali può salvare almeno 3.226 alberi. E si risparmiano inoltre: 134 tonnellate di carta; 3.763.200 litri d'acqua (dovuti alla mancata produzione di carta); 269 barili di petrolio (dovuti alla mancata produzione di carta); 551.040 kW ora di energia elettrica; e 13.873 kg di rifiuti industriali.
Scrivendo su questo sito piuttosto che su carta stiamo già risparmiando notevoli quantità di carta, e questo è coerente con la filosofia eco che anima Yes.life; senza la stampa poi, oltre alla carta, si risparmiano grandi quantità di inchiostro.
Anche se, per dirla tutta, il vero consumo futile di carta che andrebbe ridotto va individuato in tutta quella utilizzata, e sprecata, per fare pubblicità a domicilio e che, come ben sappiamo, va direttamente dal produttore al cestino.
Voi cosa ne pensate?
Alessandro Ingegno

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